L’idea che i giovani giochino abitualmente d’azzardo non è ancora così comune: la legge lo vieta ed immaginare che il Gratta&Vinci o una sala Bingo possano attrarre i ragazzi può risultare strano.

Le ricerche, invece, dicono che i giovani si rivolgono all’azzardo in maniera consistente: negli anni compresi tra il 2009 ed il 2011 il 47% dei ragazzi, tra i 15 ed i 19 anni, ha giocato d’azzardo.

Nel 2016 il progetto ESPAD Italia ha rilevato un cambiamento di tendenza piuttosto netto, con una percentuale di giovani giocatori scesa al di sotto del 40%, riduzione che ha interessato sia quelli problematici (passati dal 9% all’8%) che quelli nella fascia a rischio (dal 14-15% all’11%).

I giochi preferiti dagli adolescenti sono i Gratta&Vinci, poco dispendiosi, seguono le scommesse sportive, il Bingo, il Totocalcio, il Lotto, le New Slot Machine/Vlt (Video lottery terminal) e casinò online.

Il 37% dei giovani riferisce di giocare presso i bar/tabacchi e una quota analoga da casa. Questi due luoghi sono prescelti soprattutto dalle femmine, mentre sale scommesse e sale giochi restano maggiormente frequentate dai maschi.

Le New Slot Machine e le Video lottery/Vlt sono modalità percepite come più pericolose, più capaci di innescare un comportamento problematico, così come il Poker texano e le scommesse sportive.

Il gioco via web rimane il più complesso da esplorare: praticato in solitudine, impedisce un reale controllo da parte degli adulti; estremamente accessibile, senza limiti di tempo e fruibile ovunque, si correla maggiormente al rischio di sviluppare una dipendenza.

Ad essere attirati dal gioco sono soprattutto i maschi (50%) rispetto alle coetanee (30%) e le prevalenze crescono progressivamente con l’età, passando dal 34% dei 15enni al 40% dei 17enni, fino al 47% dei 19enni.

Il calo fotografato da ESPAD 2016 sembra poter essere spiegato dal numero di azioni di prevenzione messe in campo negli ultimi anni. Gli istituti scolastici che hanno aderito a progetti educativi è infatti salito notevolmente, passando dal 4% nel 2009 al 27% nel 2016.

Gli interventi, ad oggi, sono focalizzati soprattutto sulla promozione di conoscenze corrette rispetto alle false credenze sul gioco e cercano di incidere sui fattori cognitivi e sui meccanismi di ragionamento.

La comparsa di comportamenti di gioco problematici giovanili si associa ad un ampia gamma di fattori, oltre a quelli cognitivi, riferiti sia alla sfera personale (fattori individuali) e a quella ambientale (fattori ecologici).

Tra i fattori individuali spiccano il genere, che rende i maschi più esposti, nonché caratteristiche quali l’impulsività, il limitato autocontrollo e la tendenza a ricercare sensazioni e stimoli intensi. Sovente al gioco si affiancano anche altri comportamenti a rischio. Lo stile cognitivo risulta, in genere, connotato da elevata velocità, semplificazione del pensiero e sovrastima di abilità personali e di credenze superstiziose.

Tra i fattori ecologici è centrale la presenza di comportamenti di gioco tra familiari ed amici, l’associazione è molto forte tra il gambling dei ragazzi e quello dei loro genitori. Altresì rilevante, come anche per gli adulti, è l’effetto dei messaggi pubblicitari e l’ampia disponibilità di opportunità di gioco nella comunità di appartenenza.

La natura multifattoriale del fenomeno e l’influenza di fattori personali ed ambientali, rimarcano sempre più l’esigenza di mettere a punto interventi di prevenzione integrata, che si occupino del giovane giocatore nella sua globalità, con azioni che coinvolgano il piano cognitivo, psicologico e sociale.