Sulla nostra pagina Facebook abbiamo pubblicato il racconto del signor Carmine che ha voluto condividere la sua storia di giocatore d’azzardo (https://goo.gl/fTbLzP).
Carmine, pensionato dal 2008 è sempre stato amante dei giochi di carte come passatempo con i suoi amici nel piccolo paese in cui vive, ma ad un certo punto la sua passione per il gioco si trasforma in una vera e proprio dipendenza da gioco d’azzardo che lo ha portato a spendere circa 35 mila euro ai video poker.
Carmine racconta di come tutto sia iniziato per noia e di come nel giro di pochi anni abbia fatto fuori la maggior parte dei suoi risparmi, tutto all’oscuro dei suoi familiari. Ciò lo ha portato a pensare ad un gesto estremo, ma il tempestivo intervento della moglie e la nascita di un nipotino lo hanno dissuaso da questo pensiero.
La vicinanza della famiglia, seppur spiazzata dal comportamento del proprio congiunto e l’aiuto dei servizi territoriali quali Ser.D e CIM hanno permesso al signor Carmine di uscire da una spirale che lo aveva portato a pensare alla morte come unica via d’uscita.
Sono passati ormai tre anni da quell’episodio e Carmine dichiara di non aver giocato più neanche un soldo, la gestione economica è in mano alla moglie e lui si dedica al nipote e al resto della famiglia, unico “vizio”: frequentare il circolo dei pensionati e cimentarsi in qualche partita a ramino.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una storia che mette in evidenza come alcuni fattori di vulnerabilità possano far si che una semplice passione per il gioco delle carte, possa trasformarsi in gioco d’azzardo patologico. Se da un lato è vero che il gioco d’azzardo da sempre fa parte della vita sociale dell’uomo e non è possibile demonizzarlo scadendo in un inutile proibizionismo, dall’altro viene da chiedersi cosa è possibile fare per proteggere le fasce di popolazione più vulnerabili o quali azioni mettere in campo per far fronte alla noia e alla solitudine dei pensionati, evitando episodi analoghi sempre più frequenti.
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