Nella primavera del 2016 la Regione Piemonte ha approvato una legge per il contrasto del gioco d’azzardo patologico, con lo scopo di tutelare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione. A 2 anni da tale provvedimento sono stati resi noti i primi dati quantitativi relativi ai volumi di gioco e alle perdite sostenute dai giocatori piemontesi. Secondo i dati, analizzati dai ricercatori di IRES Piemonte ed elaborati dal dottor Paolo Jarre direttore del Dipartimento “Patologia delle dipendenze” dell’Asl TO3 e coordinatore del gruppo di lavoro regionale sulla prevenzione ed il contrasto al Gioco d’azzardo patologico, emerge che il Piemonte è l’unica regione nella quale si registra un consistente calo del “gioco fisico”: meno 503 milioni nel 2018 (in totale 4.624 milioni, stimati raddoppiando il dato del primo semestre), un calo del 9,8% sul dato del 2016 (totale 5.127 milioni) e del 4,8% sul 2017 ( totale 4.855 milioni).
Mentre nel Piemonte si registra una riduzione, nel resto d’Italia il volume di gioco “fisico” continua a crescere. Le giocate sono passate da 69.610 a 70.156 milioni, con un aumento di 546 milioni (+0,8%). Se il dato nazionale nel suo complesso resta stabile intorno ai 74.780 milioni, il merito può essere dunque attribuito al contenimento dell’offerta ottenuto grazie alla legge regionale del Piemonte.
I dati sul gioco “a distanza” permettono di stabilire in modo inequivocabile che la forte crescita presente in tutto il Paese è minore in Piemonte (+ 75%, da 1113 a 1948 milioni giocati) rispetto al resto d’Italia (+82,4%, da 15.801 a 28.728 milioni giocati).
L’efficacia della legge Regionale nel prevenire la diffusione della patologia d’azzardo nei soggetti potenzialmente vulnerabili potrà essere valutata solo in un lasso di tempo maggiore, ad oggi possiamo dire che il paventato aumento di gioco on line o lo spostamento su altre tipologie di gioco non è avvenuto.
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