Dall’ultima indagine epidemiologica ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs) condotta nel 2019 in 35 paesi europei emerge che su 96.783 adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni, in media il 22% ha giocato ad almeno un gioco d’azzardo negli ultimi 12 mesi e che i giochi d’azzardo più diffusi sono le lotterie, le scommesse sportive, i giochi di carte a soldi.

E’ stata poi stilata una classifica e l’Italia ne occupa il 3° posto con il 32% di ragazzi che hanno giocato almeno una volta nell’ultimo anno. Questa condizione è stata confermata da un’ulteriore indagine dell’ESPAD che nel 2020 ha rilevato quanto segue: su 6027 adolescenti italiani 15-19 anni il 44% ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, il 17% ha giocato 2-4 volte a settimana, il 2% più di 6 volte a settimana e che il 44% dei minorenni, nonostante i divieti previsti dal DL 98/2011, ha giocato almeno 1 volta nell’ultimo anno.

Da questi dati emerge che la situazione in Italia è ad alto rischio attuale, ma anche in prospettiva vista la fase di crescita in cui si trovano questi ragazzi. E’ dunque fondamentale per i Servizi concentrare la propria attenzione sul comportamento di gambling in età adolescenziale, comportamento che, se eccessivo, come ben sappiamo, può procurare serie difficoltà a livello fisico, psicologico, sociale ed economico. Occorre, quindi, attivare interventi di prevenzione efficaci che la letteratura recente individua all’interno del contesto scolastico gestiti da operatori esperti in materia.

Un significativo esempio di progetto volto a promuovere il benessere dei giovani attraverso azioni di prevenzione del gioco d’azzardo è il progetto “PRIZE-PREVENZIONE SUI RISCHI CORRELATI AL GIOCO D’AZZARDO NEGLI ADOLESCENTI”, attuato sul territorio toscano e rivolto a studenti del 2° anno della scuola secondaria di 2° grado attraverso la realizzazione in classe di attività gestite da esperti formati e azioni di sensibilizzazione degli adulti di riferimento quali genitori e insegnanti. Il progetto si è posto come obiettivi a breve termine il potenziamento delle conoscenze corrette sul gioco d’azzardo, la comprensione del concetto di caso, la capacità di ragionare correttamente in termini probabilistici, riducendo il pensiero superstizioso, l’aspettativa di risultato positiva rispetto ai vantaggi economici del gioco e le distorsioni cognitive. Gli obiettivi a lungo termine riguardavano, invece, il cambiamento del comportamento di gioco degli adolescenti, nello specifico la frequenza del gambling, la varietà e relative conseguenze.

 

Le risultanze hanno portato alla luce che: il gioco online comincia ad essere praticato in modo consistente anche se quello offline è il più utilizzato, un’alta percentuale di ragazzi (circa il 49%) gioca d’azzardo regolarmente con frequenza settimanale o addirittura quotidiana e pratica in media due giochi a testa (gratta e vinci, tombola/bingo, scommesse), si gioca con i propri familiari/amici, l’età media di inizio del gioco è circa 12 anni, i maschi immigrati presentano un rischio maggiore di gioco problematico, c’è una stretta correlazione tra comportamento di gioco dei genitori e quello dei figli, la frequenza di uso dei videogiochi è proporzionale alla frequenza di gambling e infine coloro che non hanno un comportamento di gioco problematico hanno maggiori conoscenze corrette sul gioco con una più adeguata comprensione del concetto di caso e un più funzionante ragionamento probabilistico.

Rispetto all’efficacia degli interventi, in seguito alle attività educative svolte in classe, si evidenzia che le distorsioni cognitive rispetto al gambling si sono modificate e che queste hanno avuto effetto a lungo termine sulla riduzione dei comportamenti di gioco e relativi sintomi.

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