Il nostro gruppo di sostegno per i giocatori d’azzardo patologico nasce nel novembre 2013, all’interno della prima fase sperimentale del progetto “Punta su di te” attivato nel territorio del comune di Alba.

La Terapia di Gruppo è una forma di intervento clinico che viene effettuato utilizzando un dispositivo gruppale. Dove Il gruppo è qualcosa di più e di diverso dalla somma dei suoi membri. E’ un incontro con l’altro attraverso il quale si incontra se stessi. Può fare riferimento a vari tipi di orientamenti teorici (dinamici, cognitivi, etc.), e può articolarsi in vari modelli. A prescindere dall’orientamento di base, i fattori terapeutici validi per tutti gli approcci gruppali sono: infusione di speranza: il farsi coraggio vicendevolmente mobilita l’ottimismo tra i partecipanti e la sensazione di potercela fare. Universalità: il paziente trae beneficio dal rendersi conto che tutti i suoi sintomi possano essere condivisi. Informazione: la pluralità che caratterizza il gruppo è fonte, inevitabilmente, di notizie e chiarimenti sui problemi condivisi. Ricapitolazione correttiva del gruppo primario familiare: il gruppo consente la messa in scena, attraverso un delicato gioco di transfert e controtransfert, di vecchi drammi familiari, che con la presenza esperta del terapeuta possono essere rivisitati e cambiati al fine di raggiungere migliori livelli di benessere. Altruismo: i partecipanti al gruppo sperimentano l’importante vissuto di essere non solo bisognosi ma anche competenti e in grado di soddisfare richieste altrui, attraverso le loro indicazioni o suggerimenti. Tecniche di socializzazione: il gruppo svolge una fondamentale funzione di specchio. I partecipanti attraverso le risposte aiutano e sono aiutati nell’acquisizione di una più accurata percezione di se’. La nuova consapevolezza è alla base per un successivo cambiamento di interazione sociale.

Alla base del buon funzionamento del gruppo vi sono delle regole, che consentono ad ognuno di rispettare la libertà degli altri: la riservatezza e confidenzialità: non si deve parlare al di fuori di quanto accade nel gruppo. La discrezione darà la libertà necessaria per esprimersi liberamente; l’astinenza da relazioni sessuali tra i componenti del gruppo: relazioni speciali esterne inibiscono a vicenda i partecipanti coinvolti; il tempo a disposizione fisso: fa si che ognuno utilizzi il gruppo lasciando spazio agli altri; esprimersi invece di dialogare: durante tutte le fasi dell’incontro di gruppo non è consentito dialogare con la persona che in quel momento ha la parola, anche quando si viene direttamente interpellati da essa; l’esclusione di osservatori occasionali: permette al gruppo, libero di interferenze esterne, di raggiungere progressivamente coesione, solidarietà, complicità ed intimità. Ma la regola aurea di ogni gruppo di sviluppo, come nella vita, è che “Ciascuno riceve nella misura in cui dà”.

Nella sede del Servizio per le Dipendenze Patologiche di Saluzzo da anni sono presenti due gruppi legati alla cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico: uno per pazienti e uno per familiari. I gruppi hanno una cadenza di circa tre settimane e sono permanenti. Per accedere al gruppo occorre essere in carico al Servizio per le Dipendenze dell’Asl Cn1, previo un colloquio e una valutazione dell’equipé competente. In genere le persone che accedono al percorso di gruppo hanno in precedenza fatto un primo livello di trattamento individuale e lo stesso prosegue parallelo a quello gruppale.

Entrambi i gruppi sono gestiti da operatori del Ser.T. (educatore, medico, psicologo), due volte l’anno sono previsti dei momenti residenziali a tema finalizzati al rinforzo della motivazione alla cura.

Le tematiche più frequentemente trattate si riferiscono all’ambito della prevenzione delle ricadute e sostegno al mantenimento dell’astensione dal gioco. La terapia di gruppo e il confronto con gli altri partecipanti aiuta l’elaborazione e l’ accettazione di “aver perso” e che non è possibile recuperare il denaro giocato. Facilita lo sviluppo della consapevolezza che l’obiettivo ultimo del “giocatore patologico” è di perdere per poter continuare a giocare. Aiuta ad elaborare la posizione di “scacco” e paralisi della vita.

Trasversali nel tempo sono stati gli spazi dedicati alla cura dei legami offesi e interrotti dalla patologia. Per i pazienti il gruppo si rivela un luogo dove è possibile raccontarsi con maggiore immediatezza, senza giudizio, accogliendo i rimandi di persone che riconoscono vicine avendo attraversato le stesse esperienze.

Lo strumento gruppo generalmente viene proposto in particolari situazioni: buona alleanza terapeutica, assenza di stati di scompenso, disponibilità alla frequenza costante e continuativa.